martedì 8 dicembre 2009

scheda tecnica Torrente Palobbia

Catasto Nessuno
Comune
Barone (Bs)


Quote Ingresso: 1°) 2673 m monte Frerone 2°) 2536 m.
Uscita: 395 m località Braone.
Dislivello: 1°) 2205 m. 2°) 2141 m
Sviluppo: 11 km.
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Avvicinamento
Progressione: tutto il torrente 4 giorni in media se risalito, in discesa cir. 2 giorni.
Ritorno

Interesse Locale. *
Difficoltà v a IV.
Numero calate 25 ca., Max. 70 m.
Corde consigliate 2 corda da 60m (ancoraggi sufficienti). + corda soccorso
Periodo Da Maggio a Ottobre
Vie d'uscita Si molte. E molti punti raggirabili certi molto lunghi.
Materiali Muta completa e attrezzatura.

Cartografia KOMPASS 103 Le tre valli Bresciane scala 1:50000 coordinate sulla carta (1E; 1F) località Ceto, Braone.
Coord. punto d'accesso al greto
Coord. punto d'abbandono del greto

Presentazione generale:
forra bellissima abbastanza impegnativa ma piacevoli cascate bellissime, laghetti alpini (goi) abbastanza profondi 1-5 metri e lunghi 2-8 metri d’estate piacevoli, gole bellissime da fare il bagno in estate “si sta da dio” (soprattutto se fa tantissimo caldo).
Voto: 1 a 10 : (8)

Accesso a valle: l’accesso si trova sotto la provinciale che porta a Edolo. La provinciale accosta il fiume Olio. Si vede l’accesso che passa sotto il ponte della ferrovia e sotto la strada e da li parte a Braone prima di Ceto.
Accesso a monte: il Zock de la bala è dove c’è la sorgente del torrente Palobbia.
Profilo della forra: visualizza il profilo


Descrizione:
Torrente di una bellezza incredibile varie tipologie di roccia (granito e calcarea) roccia abbastanza sdrucciolevole. Vari punti con cascate e laghetti molto belli. La parte di Braone fino alla cascata in bivio alta 8 m vicino alla presa dell’Enel di Ceto(la centrale non è tanto pericolosa quando molla l’acqua ma bisogna sempre stare attenti) non necessita di attrezzatura (cascata superabile anche da sentiero in riva sinistra e si passa affianco alla centrale raggirabile in 6 minuti cir), dalla cascata in bivio comincia a servire l’attrezzatura inclusa la cascata. Dalla prima cascata fino alla seconda passano 900 m. Superate vari goi e salti non più alti di 3m si arriva a quella vera e propria (il parol nome dato dalle persone del posto che significa Marmitta del gigante) alta 8 m la prima parte il passaggio senza particolare difficoltà perché è completamente armato da risalire con staffe e la seconda parte il parol intermedio è un canalone di cir 20 m, poi ci sono vari salti che non superano i 3 m. poi ci sono tanti altri posti come il Gigante buono salto da 2,5 m e qui siamo già in località Poia, il Bus del Gat 5 m, cascata dal grande masso alta 7 m che si risale con un staffa in acciaio fissa sul masso, una toboga da 5 m, una cascatella da 6 m e una serie di saltini di 1 m cir e qui si arriva al Put long. Dopo il ponte il torrente va avanti con dei saltelli che il più alto è 4 m e si alternano con dei tratti di marcia fino ad arrivare alla prima parte del Put del Sac che apre con un salto di 8 m e segue 3 salti da 2 m max e una toboga da 4 m, qui il torrente Palobbia biforca in due rami per la Val Paghera a sinistra e per Piazze a destra. Il ramo
di Piazze prosegue per la seconda parte del Put del Sac che è caratterizzato da una serie di marmitte alte max 4 m ( tutto il blocco di marmitte del secondo pezzo è raggirabile da un sentiero nel bosco proprio attaccato al torretnte ed è molto evidente) anche qui c’è una seconda presa dell’Enel prensente in localita Piazze - Scalassone (non è pericolosa perché l’acqua viene deviata e rubata al torrente ed è molto evidente) sopra la prese c’è un ponte che porta nella piana di Piazze e qui se si vuole si può anche uscire tramite il boschetto che c’è a destra del ponte, salendo dopo il ponte fino ad arrivare ad un punto dove c’è una strada che taglia il torrente è tutta marcia. Dopo il taglio del torrente con la strada si prosegue sempre con un andamento di marcia su laghetti e saltelli per circa 5 minuti fino ad arricare allo scivolo di cir 13 m di lunghezza seguito da un salita con staffe in parte ad un sasso, in fine con una salita in libera di pendenza 45° si arriva ad un piano che è la base del Salt del Rebet (dove si vede sulla destra un cartello in legno con scritto Salt del Rebet è la fine del sentiero che sale da piazze e ti porta al punto in cui la strada taglia il torrente in 20 minuti). Dal piano il torrente si vede che curva e subuto dietro c’è una salita di cir 80 m da risalire in 3 tiri con staffe in artificiale fino alla arrivo alla sosta in chiodi chimici la fine del Salt del Rebet qui va avanti per la valle chiamata Foppe di sotto e sopra di Braone e qui la quota è 1360 m dopo la cascata degli 80 m va avanti con toboghe alcune servira la corsa e altre no per risalirle e qui si arriva al ponte di Ial delle Splase, subito dopo il ponte c’è una toboga di 3 m e questa si risale a destra con le staffe si vedo abbastanza bene le placchette per salire arrivati qui il torrente curva leggermente su una salita.


(da qui il torrente deve essere ancora riguardato)
ci sono due cascatelle abbastanza alte, la cascata chiamata Ruine alta 45 m (appena sopra la cascata delle Ruine ce il Rif. Prandini Franco gestito dal comune di Braone) ci sono ancora goi 3-4 salitine da fare e alla fine
si arriva al Zock de la bala sorgente del torrente Palobbia.


P.S.:
questo torrente è armato per essere risalito perché il 24-25-26-27 settembre 2004 tre alpinisti per la prima volta hanno percorso tutto
il torrente in salita e sono stati i primi a percorrerlo, ma hanno voluto fare una cosa insolita. Il torrente se si volesse scendere come
una normale gita di torrentismo è ossibilissimo si possono usare per alcune calate le soste già presenti utilizzate per la risalite,
altre sono fattibili con armi naturali (piante) e alcun invece sono da attrezzare ancora. Per il resto salti, toboghe, alcune calate
non armate sono fattibili anche senza l’ausilio della corda, ma con le tecniche di salto, scivolamento e disarrampicata.


1 commento:

Dario ha detto...

Bravo ragasso
forse si può anche organizzare qualcosa coi boce?